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Considerazioni dettate da cervelli molto poco stazionari

Luisa Cacciamani

25 apr 2022

I giovani del Congresso Civico, dopo i diversi attacchi ricevuti, decidono dire la loro.

Siamo stati definiti “giovani di belle speranze che stazionano in Consiglio Comunale, lettori a comando di brevi relazioni scritte da cui è semplicissimo risalire ai dettatori, incapaci di qualsiasi analisi politica e qualsiasi autonomia”.

Dicono di conoscerci tutti molto bene e che per questo “siamo messi male” perché non siamo all’altezza di garantire un futuro adeguato alla nostra città.
Complimenti! Siamo amici dei vostri figli e figli dei vostri amici. Viviamo in una comunità dove dovrebbe vigere il rispetto reciproco, ma, a quanto pare, non è così.

Continuiamo a essere attaccati perché abbiamo commesso il grave errore di esserci candidati e, alcuni di noi, di essere stati eletti. E l’essere stati eletti e aver ottenuto anche cariche di rilievo all’interno dell’Amministrazione ancora porta qualcuno a interrogarsi sul perché questa cosa sia successa.
Sarà forse perché i cittadini, quelli che davvero ci conoscono bene e sanno di che pasta siamo fatti, hanno deciso di darci fiducia?

Sarà forse perché la determinazione a partecipare attivamente alla politica della nostra amata Bevagna ha mostrato che un cambiamento nel panorama politico sia davvero possibile?
Abbiamo deciso di avvicinarci a un progetto nuovo, concreto, aperto e inclusivo, quello del Congresso Civico, che, per la prima volta, ha dimostrato di ascoltarci veramente, di far crescere in noi il desiderio di fare politica, quella vera, che nasce dalla volontà di un cittadino di fare il bene del proprio territorio.
Una politica diversa, che fa dei giovani un fiore all’occhiello e non un semplice numero in una lista elettorale. Forse qualcuno se lo ricorda, o forse certe esperienze tendono a cadere, forse in modo strumentale, nel dimenticatoio, ma ne abbiamo visti di giovani negli anni passati venire irretiti da belle parole e grandi promesse, per poi essere messi da una parte perché ormai non servivano più. Ebbene, in alcuni casi erano gli stessi giovani che oggi – con diversi anni in più rispetto a quelle tornate elettorali – ricoprono ruoli di responsabilità con un percorso di maturazione al proprio attivo; viene dunque da chiedersi: se sono troppo giovani oggi, cosa erano in quegli anni?

Nella nostra modesta opinione è questa la politica che brucia, o meglio, spegne.
Spegne ogni sogno, spegne la voglia di partecipare, di impegnarsi attivamente per la comunità, perché tanto uno vale l’altro e veniamo coinvolti per far fronte all’esigenza di coprire il target 18-30 anni, perché poi cento voti come li rimediamo?

Ma giustamente siamo giovani, cosa possiamo mai saperne?

Però una cosa la sappiamo. A noi piace solamente un tipo di politica, la politica che accende, impegna, sprona a dare il massimo perché responsabilizza.
Siamo giovani, sì, e per questo abbiamo bisogno di un confronto costante con chi già da tempo si dedica alla politica. Tuttavia, non siamo menti vuote da indottrinare né semplici pagine bianche sulle quali scrivere a piacimento.
Siamo desiderosi di apprendere e di fare, perché chi ci ha coinvolto è stato capace di valorizzare i nostri background professionali – ebbene sì, siamo giovani, ma tutti con un profilo tecnico-professionale e personale di tutto rispetto, per quanto possa essere incredibile – e di unirli a quella sublime arte che è la politica.

Ci viene ricordato che “il vivaio di una classe politica dirigente si costruisce con grande senso di responsabilità”. Siamo d’accordo! Infatti conosciamo benissimo le responsabilità che abbiamo accettato, candidandoci.

Abbiamo rinunciato al tempo libero per dedicarci a fare politica e amministrare, a una vita privata, perché si sa, una volta che amministri la tua vita è di tutti.
Spesso mettiamo da parte il lavoro o lavoriamo il triplo per fare tutto.
Abbiamo messo da parte anche qualche desiderio che ora si annida, nascosto, da qualche parte nel nostro cuore.
Ma va bene così. Lo abbiamo scelto e lo risceglieremmo ancora.

Alle volte siamo sembrati stazionari… ci dispiace molto! Ma probabilmente chi lavora sodo e concretamente non ha bisogno di mille parole per celebrare le proprie attività. Crediamo che siano i fatti a parlare.

Però su una cosa ci interroghiamo anche noi: dove sono i vostri giovani? Ci piacerebbe conoscerli e confrontarci su temi politici, ma non li abbiamo mai visti.
Quello che abbiamo visto finora è solo un insieme di nature morte, ferme e statiche, capaci solo di attaccare, non solo politicamente ma anche personalmente, in maniera bassa e offensiva.

Dicono che darci in mano scelte politiche è come mettere un coltello affilato in mano a un bambino.
Da quando la politica è un’arma? Affilata per di più. Forse certi tipi di politica lo sono, ingessati in schemi così obsoleti che hanno logorato l’animo di chi l’ha praticata e di chi la sta ancora praticando.
Per noi la politica è tutt’altro: è opportunità, inclusione, collaborazione, la forma più alta di cittadinanza attiva, quella di cui Il Congresso Civico ha voluto farsi interprete.

Per quanto possiate accusarci, attaccarci, dirci che qualcuno ci sta usando o manovrando, noi continueremo a scegliere questo tipo di politica. Il tipo di politica talmente sbagliato (secondo il vostro onnisciente punto di vista) da essere stato scelto per ben due volte da quei cittadini con i quali e per i quali lavoriamo costantemente ogni giorno.

Non risponderemo più ad alcun attacco, il botta e risposta non fa per noi perché abbiamo altre cose più importanti da portare a termine rispetto a una battaglia mediatica, consapevoli che i veri giudici ai quali dobbiamo dimostrare veramente quanto valiamo, sono tutti i cittadini del territorio, quelli che ci hanno dato fiducia e, soprattutto, quelli che non hanno ritenuto opportuno accordarcela; per tutti loro noi siamo a lavoro, animati da idee, valori, impegno e determinazione.



I giovani Assessori, Consiglieri e iscritti del Congresso Civico

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